03 Mar CHE COS’E’ LO STALKING
Significato e definizione stalking
Si può parlare di stalking quando si verificano una serie di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza, alla ricerca di un contatto e di comunicazione nei confronti di una vittima che risulta infastidita e/o preoccupata di tali intenzioni.
Tipologie ed esempi di comportamenti persecutori sono:
– comunicazioni intrusive reiterate e assillanti: ad es. telefonate assillanti (mute, aggressive o coprolaliche), posta assillante e disturbante (bigliettini, lettere, messaggi lasciati sulla proprietà), invio assillante e continuativo di fiori, invio reiterato e assillante di doni, cyberstalking;
– contatti: ad es. controllo diretto in pubblico, controllo diretto sul lavoro, visite intrusive nel proprio domicilio, visite intrusive sul posto di lavoro; esempi di controllo indiretto: seguire (pedinamenti), spiare, sorvegliare l’abitazione, l’autovettura, il portone di casa ecc;
– comportamenti associati: ad es. bucare le gomme, far trovare animali vivi o morti, vandalizzazioni all’abitazione, all’autovettura in ufficio, violazione di domicilio, minaccia di violenza, violenza fisica, annullare o richiedere beni e servizi per conto della vittima, inserzioni e annunci pubblici con n° di telefono della vittima, aggressioni fisiche, ripetute azioni legali spurie e solo apparentemente fondate ecc.
Cause e motivazioni dello stalking
Un fenomeno complesso ed eterogeneo come quello dello stalking dipende da vari fattori, in particolare dagli studi si riscontrano cause prima di tutto di tipo personologico, come dipendenza, disturbo mentale e di personalità (es. disturbo delirante, disturbo erotomanico, disturbo schizofrenico ecc), incompetenza, infanzia/famiglia di origine, disturbo dell’attaccamento e criminalità, che rappresentano i fattori di rischio per l’evenienza di questo comportamento, su cui si innestano cause di tipo contestuale, come rottura/separazione, eventi di vita stressante incidentali, nostalgia, rivali, che rappresentano i fattori precipitanti del fenomeno.
L’attenta analisi dei bisogni e dei desideri che innescano il comportamento molesto, ha consentito di individuare sei tipologie di stalkers:
– cercatori di intimità: sono persone che desiderano realizzare una relazione stretta con un totale sconosciuto o con un semplice conoscente che ha attratto il loro affetto dal quale pensano di poter essere amati
– rifiutati: reagiscono opponendosi alla fine non desiderata di una relazione, cercando reiteratamente un ultimo disperato contatto
– rancorosi: rispondono ad un presunto insulto o a un’offesa con azione volte a provocare paura ed apprensione nella vittima
– incompetenti: si sentono titolati ad intraprendere una relazione con la vittima con modalità inadeguate per ignoranza o per indifferenza nei confronti di rituali di corteggiamento
– predatori: sono i “veri cacciatori”
– controstalker: per ragioni di legittima difesa emozionale mette in atto una “caccia all’uomo” molto più vittimizzante di quella esercitata sulla sua persona dallo stalker primitivo.
Caratteristiche della vittima e conseguenze stalking su di essa
Anche per la vittima gli studi hanno identificato specifici fattori di rischio legati all’età, sesso, etnia, professione, status sociale, condizione economica, tratti del carattere, stato psicopatologico, in particolare tendono a essere più colpite femmine di giovane età.
Lo stalking non necessariamente deve produrre conseguenze psicopatologiche sulla vittima, questo dipende dalle sue caratteristiche psicologiche, dalla durata, frequenza e intensità dell’azione di stalking che subisce e dalla strategia che essa usa per rispondere a tale comportamento. In caso si manifestino delle conseguenze di tipo psicopatologico esse possono manifestarsi con problematiche legate ai disturbi d’ansia fino ad arrivare a sintomatologie assimilabili al Disturbo Post-Traumatico da Stress, con sintomi di insonnia, incubi, pensieri intrusivi inerenti il molestatore (lo vede dappertutto), uno stato ansioso generalizzato, incapacità di rilassarsi, ipervigilanza, depressione o rabbia.
Giurisprudenza e indicazioni per la vittima
A livello legislativo il Decreto Legge nr.11/2009, convertito nella Legge nr.38/2009, ha introdotto il reato di atti persecutori (altresì definibile con il termine anglosassone “stalking”), inserendo l’articolo 612 bis nel Codice Penale italiano. Il reato di stalking si configura quando qualcuno (solitamente, ma non indispensabilmente, un ex partner) compie una serie (prolungata nel tempo) di atti (che possono essere minacce o molestie, ma anche atti apparentemente innocui, come l’invio continuo di indesiderati mazzi di fiori, o biglietti) tanto da fare VIOLENZA PSICOLOGICA nei confronti della vittima:
– ingenerandole un comprensibile STATO DI ANSIA E PAURA;
– oppure costringendola a CAMBIARE ABITUDINI PERSONALI (sostituire utenza telefonica, cambiare residenza, ecc.);
– oppure ingenerandole un FONDATO TIMORE per la propria incolumità personale.
Alcune indicazioni che la vittima può seguire per fronteggiare il problema sono:
– prendere atto del problema, non accettando più, né ritenendo normali o naturali certi comportamenti;
– essere fermi e chiari, in quanto le risposte ambigue e o i comportamenti poco chiari possono essere letti ed interpretati come una forma di “interesse “che paradossalmente può rinforzare il comportamento di stalking;
– non dare punti di riferimento, riducendo la prevedibilità dei propri spostamenti, evitando i luoghi isolati o gli orari inconsueti;
– per contrastare le molestie telefoniche è utile: procurarsi una segreteria telefonica, per sfruttare le eventuali registrazioni come prove della persecuzione del molestatore, far installare una seconda linea telefonica e portare sempre con sè un cellulare per le emergenze;
– procurarsi delle “prove” tangibili delle molestie subite, come messaggi di minaccia, lettere, registrazioni di telefonate, testimonianze di minacce, aggressioni, violazioni di domicilio;
– chiedere aiuto alle forze dell’ordine, se si pensa di essere in pericolo.
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