03 Mar DISTURBI ALIMENTARI, INFORMAZIONI GENERALI
Disturbi alimentari, definizione e classificazione
I Disturbi alimentari (DA) possono essere definiti come persistenti disturbi del comportamento alimentare o comportamenti finalizzati al controllo del peso, che danneggiano la salute fisica o il funzionamento psicologico e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta.
I DCA comprendono l’Anoressia Nervosa (AN), la Bulimia Nervosa (BN) e il Disturbo dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificato (DANAS), tra cui degno di nota è il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI), o in inglese Binge Eating Disorder (BED).
Criteri diagnostici dei disturbi alimentari
1) Anoressia Nervosa (AN)
Per fare diagnosi di Anoressia Nervosa (AN), devono essere presenti tutti e 4 i seguenti criteri diagnostici:
1. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.
2. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravita della attuale condizione di sottopeso.
3. Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. (Una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni, per esempio estrogeni).
4. Rifiuto di mantenere il peso corporeo ai di sopra o al peso minimo normale per l’età e la statura (perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto, oppure incapacità di raggiungere il peso previsto durante il periodo della crescita in altezza, con la conseguenza che il peso rimane al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto).
Specificare il sottotipo:
– Con Restrizioni: nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa (AN) il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, di diuretici o di enteroclismi).
– Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa (AN) il soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, di diuretici o di enteroclismi).
2) Bulimia Nervosa (BN)
La Bulimia Nervosa (BN) per essere diagnosticata richiede che siano presenti tutti e 5 i seguenti criteri diagnostici:
1. Ricorrenti abbuffate. Un’abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti elementi:
a) mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbero nello stesso tempo ed in circostanze simili;
b) sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
2. Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativì, di diuretici, di enteroclismi o di altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
3. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi.
4. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
5. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa (AN).
Specificare il sottotipo:
– Con Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale di Bulimia Nervosa (BN) il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato dì lassativi, di diuretici o di enteroclismi.
– Senza Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale il soggetto ha utilizzato regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente al vomito auto-indotto o all’uso inappropriato di lassativi, di diuretici o di enteroclismi.
3) Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI)
Per fare diagnosi di Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI), o in inglese Binge Eating Disorder (BED), devono essere presenti tutti e 5 i seguenti criteri:
1. Episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata. Un episodio di alimentazione incontrollata si caratterizza per la presenza di entrambi i seguenti elementi:
a) mangiare, in un periodo definito di tempo (per es., entro un periodo di 2 ore), un quantitativo di cibo chiaramente più abbondante di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in un periodo simile di tempo e in circostanze simili;
b) sensazione di perdita del controllo nel mangiare durante l’episodio (per es., la sensazione di non riuscire a fermarsi, oppure a controllare che cosa e quanto si sta mangiando).
2. Gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati con tre (o più) dei seguenti sintomi:
a) mangiare molto più rapidamente del normale
b) mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni
c) mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati
d) mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando
e) sentirsi disgustato verso sé stesso, depresso, o molto in colpa dopo le abbuffate.
3. E’ presente marcato disagio a riguardo del mangiare incontrollato.
4.Il comportamento alimentare incontrollato si manifesta, mediamente, almeno per 2 giorni alla settimana in un periodo di 6 mesi.
5. L’alimentazione incontrollata non risulta associata con l’utilizzazione sistematica di comportamenti compensatori inappropriati (per es., uso di purganti, digiuno, eccessivo esercizio fisico), e non si verifica esclusivamente in corso di Anoressia Nervosa o di Bulimia Nervosa.
Psicopatologia specifica e centrale dei DCA
Al di là dei criteri diagnostici descritti, la psicopatologia specifica e centrale dei DCA è l’eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, al peso, alle forme corporee e al loro controllo nella valutazione di sè.
Tale caratteristica è osservata solo nei disturbi dell’alimentazione – per tale motivo è chiamata specifica -, è presente nella maggior parte delle persone affette da questi disturbi e spiega le principali caratteristiche cliniche osservate nell’Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN) e Disturbo dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificato (DANAS) – per tale motivo è chiamata centrale.
Infatti, mentre la maggior parte delle persone si valuta sulla base delle prestazioni che percepisce di eseguire in vari domini della sua vita (ad esempio, la qualità delle relazioni, della prestazione al lavoro, dei risultati sportivi), quelle con disturbi dell’alimentazione giudicano il loro valore largamente, e in alcuni casi esclusivamente, in termini di alimentazione, peso, forma del corpo e loro controllo.
L’espressione più caratteristica è l’estrema preoccupazione per il peso. Le persone con disturbi dell’alimentazione si pesano frequentemente e di conseguenza sono preoccupate per le minime variazioni di peso; altre invece evitano totalmente di pesarsi e mantengono la paura nei confronti del peso.
Un’altra espressione è la preoccupazione per la forma del corpo che spiega i continui comportamenti di check del corpo, come ad esempio scrutinare parti del corpo allo specchio, prendere in mano le pieghe del grasso, misurare parti del corpo, confrontare il proprio corpo con quello di altre persone.
A volte la psicopatologia specifica si manifesta con un vero disprezzo nei confronti del proprio corpo che si esprime attraverso l’evitare di guardare il proprio corpo o di esporre parti del corpo alla vista degli altri.
Altre espressioni della psicopatologia specifica sono il sentirsi grasso, gonfio e pieno, la continua ricerca della magrezza e la paura di ingrassare che non si mitiga con la perdita di peso.
Come si sviluppano e si mantengono i DCA
Anche i DCA sono determinati da una concomitanza di fattori, che possono interagire variamente e diversamente, ovvero fattori di rischio, fattori precipitanti e fattori mantenenti la malattia.
Tra i fattori rischio quelli individuali per i DCA sono il genere (femminile), l’età (adolescenza e prima giovinezza), essere stati in sovrappeso nell’infanzia e avere fatto diete dimagranti, ma anche alcune caratteristiche psicologiche, come i tratti ossessivi di personalità, la bassa autostima nucleare e il perfezionismo patologico; il rifiuto del corpo adulto e della sessualità; la cattiva relazione con l’adulto di riferimento; la distorsione dell’immagine corporea e un cattivo rapporto con il cibo, appreso fin dall’infanzia.
Tra quelli familiari la presenza nella famiglia di una particolare attenzione per la cura dell’aspetto fisico e dell’alimentazione, l’insoddisfazione per il proprio aspetto fisico da parte di uno dei due genitori, e la presenza di atteggiamenti ipercritici e ossessivi nelle famiglie di ragazze anoressiche.
Sulle caratteristiche individuali e familiari intervengono, poi, i valori socioculturali tipici del mondo occidentale, come la competitività, la richiesta di prestazioni straordinarie e l’esaltazione della magrezza.
Per quanto riguarda i fattori precipitanti si è visto che l’esperienza di una dieta dimagrante, nei soggetti predisposti, rappresenta un fattore scatenante di grande importanza, ma rientrano tra questi anche quelli riportati per l’inizio di altre malattie psichiatriche, ovvero separazioni e lutti, alterazioni dell’equilibrio familiare, esperienze sessuali, una malattia fisica acuta o un trauma accidentale.
Tra i fattori di mantenimento, che sono quelli più importanti, poiché gli interventi vanno indirizzati proprio alla riduzione di questi fattori, ci sono tutti quei pensieri, preoccupazioni o vere e proprie convinzioni, emozioni e comportamenti, che si possono definire disfunzionali, in quanto contribuiscono a mantenere attivo lo schema di autavalutazione disfunzionale di sé, che è la psicopatologia specifica e centrale dei DCA, ovvero l’eccessiva importanza attribuita al cibo, al peso e alle forme corporei e al controllo di essi nella valutazione di sé.
Tra questi rivestono particolare importanza pensieri, preoccupazioni e convinzioni disfunzionali del tipo “E’ importante essere magri”, “Se sono grasso, non sarò mai amato”, “Devo fare di tutto per essere magro” ecc, comportamenti come le abbuffate, la dieta ferrea, i comportamenti di compenso, i comportamenti di controllo del cibo (es. controllare le etichette dei cibi o contare le calorie), i comportamenti di controllo e di evitamento legati al corpo (es. pizzicarsi varie parti del corpo per misurare il grasso o evitare di guardarsi allo specchio) e le sensazioni di essere pieno o grasso.
Fattore di mantenimento del DCA è anche la tendenza ad isolarsi, che è conseguenza della difficoltà di condividere con gli altri le proprie preoccupazioni relative all’aspetto fisico e le occasioni di incontro, caratterizzate dall’andare a mangiare qualcosa insieme, che diventano, per questo tipo di soggetti, fonte di eccessiva ansia.
Un ulteriore fattore di mantenimento comune ai DCA è costituito dalla risposta familiare al problema, che può portare al perpetuarsi della condizione. Infatti una maggiore attenzione e protezione da parte dei familiari non può produrre altro che il mantenimento della sintomatologia.
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